Morte da malattia professionale, intossicazione da amianto

Morte per malattia professionale.

La Sentenza di Cassazione n. 17092 approfondisce un aspetto particolarmente delicato in materia di risarcimento per danno da morte.
La fattispecie concreta riguarda una controversia in riferimento al danno per la morte di un lavoratore, dovuta a malattia professionale (intossicazione da amianto).
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Quest’ultimo, avendo “percepito lucidamente l’approssimarsi della fine” avrebbe attivato “un processo di sofferenza psichica particolarmente intensa che qualifica il danno biologico e ne determina l’entità sulla base non già (e non solo) della durata dell’intervallo tra la lesione e la morte, ma dell’intensità della sofferenza provata”.
Gli eredi avevano chiesto la condanna del datore di lavoro al risarcimento del danno morale, esistenziale e biologico in una misura tale che tenesse conto anche della suddetta sofferenza dovuta alla consapevolezza della malattia terminale.
La Corte, quindi, ricorda che bisogna tenere conto del danno da “sofferenza psichica e morale subita dal danneggiato che ha avuto riguardo alla consapevolezza dell’esito letale della patologia contratta all’interno del danno non patrimoniale (biologico e morale)” e che quindi quest’ultimo dovrà essere quantificato in misura maggiore.

In allegato la sentenza 8 ottobre 2012, n. 17092

Le intossicazioni dovute all’ amianto, che riportano danni irreversibili e alle volte il decesso, possono spesso essere contratte negli ambienti di lavoro, tra le patologie più consuete, gravi lesioni alle vie respiratorie, tumori al sistema digerente e intestinale, la caratteristiche principale di queste malattie è che appaiono dopo lunghi tempi (anche decenni),all’esposizione delle sostanze tosscihe di cui appunto l’amianto.

Per quanto concerne le patologie alle vie respiratorie i primi sintomi emergono gradualmente e in maniera inizialmente quasi impercettibile, per arrivare poi a stati terminali.
Difficile essere oggetto da parte delle strutture sanitarie di terapie veramente efficaci, in quanto quest’ultime volte a cercare di migliorare la respirazione e a ostacolare le infezioni e di rallentarne la progressione.

I primi interventi legislativi riguardanti l’amianto e la sua regolamentazione  avvengono nel 1986  con l’ordinanza del Ministero della Sanità 26/6/86 che ha preso spunto dalla direttiva europea 83/478.